Ittiti
Gli Ittiti furono una popolazione indeuropea che abitava la parte centrale dell'Asia Minore nel II millennio AC.
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2 Storia: dal regno di Suppiluliuma alla fine dell'impero 3 Religione 4 Arte |
Verso il 1400 il Paese fu attaccato e saccheggiato da nemici esterni di varia provenienza, e anche la capitale fu incendiata. Fu Suppiluliuma (ca. 1380-45) a ristabilire dapprima la sicurezza del territorio ittita lottando contro i barbari Kaska del Nord anatolico, e a portare poi lo Stato a un nuovo inserimento internazionale e infine a una posizione di preminenza quale mai aveva raggiunto. Con l'Egitto venne a un accordo per la spartizione della Siria, mentre la trasformazione di Mitanni in regno vassallo degli Ittiti portò Suppiluliuma a iniziare rapporti ostili con l'Assiria. Mursili (ca. 1345-15) fu impegnato soprattutto all'Ovest, contro i vari regni di Arzawa ai quali impose trattati di vassallaggio: gli Annali del re mostrano che il mantenimento dell'impero era ottenuto solo a costo di continue spedizioni militari. Muwatalli (ca. 1315-1290) dovette difendere i possedimenti siriani dalle velleità espansionistiche di Ramesse II, da lui fermato con la battaglia di Qadesh (ca. 1294), e affidò al fratello Hattusili III la difesa del Nord dell'impero contro i turbolenti Kaska. Dopo il breve regno di Urhi-Tesub, Hattusili III prese a sua volta il potere (ca. 1280-50), mutò politica venendo a un trattato di pace con Ramesse II (1278) al quale diede in moglie sua figlia suggellando così un'alleanza che in effetti non venne più turbata. Tudhaliya IV (ca. 1250-20) poté così riservare tutte le sue energie allo scontro con l'Assiria, che aveva da tempo annesso Mitanni e fronteggiava gli Ittiti sull'Eufrate. La frontiera dell'Eufrate resistette, ma l'impero cominciò a disintegrarsi dall'interno: i vassalli siriani dipendevano ormai dai re (di origine ittita) di Karkemis, e fenomeni di distacco si manifestarono sia nell'Est (Mita di Pahhuwa) sia nell'Ovest anatolico (Madduwatta; a meno che il testo non sia da datare al sec. XV, come alcuni propongono). Gli ultimi re ittiti, Arnuwanda III (ca. 1220-05) e Suppiluliuma II (ca. 1205-1190) sembrarono preoccupati soprattutto di assicurarsi la fedeltà sempre più sfuggente dei vassalli e dei funzionari di corte. Verso il 1190 sopravvenne la catastrofe: i “popoli del mare†devastarono la costa meridionale dell'Anatolia sopraffacendo esercito e flotta ittite, e altri gruppi (i Kaska, o forse avanguardie dei Frigi distrussero la capitale rimasta senza adeguata difesa. L'impero era finito per sempre, e anche dal punto di vista etnico-linguistico si assiste alla sostituzione delle genti ittite da parte di altre (specialmente Frigi). La fine dell'impero non coincise dovunque con la fine della storia ittita. Nella situazione politicamente ed etnicamente mutata dopo il 1200 emerse tutta una serie di piccoli Stati detti “neo-ittitiâ€, caratterizzati dall'uso della scrittura *ittita geroglifico* nelle iscrizioni monumentali. Stati neo-ittiti sono presenti in Siria (Karkemis, Hattina), in Cilicia (Que, Hilakku), nell'alto Eufrate (Kummuh, Melid, Gurgum) e in Cappadocia (Tabal, che è l'unico di una certa estensione). Tra i sec. XI e IX la situazione politica internazionale abbastanza fluida permise loro notevole libertà di esistenza; ma col crescere della potenza dell'impero neoassiro la loro sorte fu segnata. La vittoria di Tiglatpileser III sugli Urartei (743) rese gli Assiri padroni della zona neo-ittita, e i singoli Stati dovettero capitolare e furono ridotti a province assire dallo stesso Tiglatpileser e da Sargon II tra il 740 e il 710 a. C. Il nome degli Ittiti fu ancora usato per qualche secolo, con un significato diverso: gli Assiri continuarono a chiamare Hatti la Siria settentrionale e poi estesero il nome a tutta la regione siropalestinese, e nell'Antico Testamento gli Ittiti[120s"I."[s sono una delle popolazioni che abitavano la Palestina prima della conquista israelitica.Storia: dalle origini all' "Antico regno"
L'arrivo degli Ittiti in Anatolia, presumibilmente da ovest attraverso i Balcani, è di difficile datazione, posta la problematicità dei collegamenti di movimenti migratori con mutamenti della cultura materiale attestati archeologicamente (collegamento abituale, ma semplicistico). Del resto dovette trattarsi di un fenomeno di notevole durata, che portò in Anatolia varie ondate di popolazione indeuropea, ondate alle quali possono risalire le differenze linguistiche tra vari gruppi (pure assai affini tra loro): oltre agli Ittiti (al centro) vi erano i Luviti (a sud) e i Palaiti (a nord-ovest). Tutti si sovrapposero all'antica popolazione non indeuropea, che viene chiamata convenzionalmente Pre-Ittiti (Proto-Ittiti è anche usato, ma è erroneo perché fa pensare a una continuità linguistica tra essi e gli Ittiti che invece è esclusa); anticamente la lingua dei Pre-Ittiti era detta hattili (“della terra di Hattiâ€), mentre la lingua di quelli che chiamiamo Ittiti era detta nesili (“della città di Nesaâ€). La situazione etnico-linguistica dell'area ittita è ulteriormente complicata da infiltrazioni hurrite nel sud-est (Kizzuwatna). Tale quadro è già sostanzialmente costituito quando i testi paleo-assiri (sec. XIX-XVIII a. C.) rinvenuti a Kültepe (antica Kanis) e in altre località della Cappadocia offrono per la prima volta ricco materiale onomastico anatolico. Gli Ittiti (e le altre genti imparentate) erano allora già giunti in Anatolia, forse da non molto tempo (forse alla fine del III millennio) e stavano organizzandosi in staterelli di raggio cittadino. La documentazione, essendo costituita da lettere e documenti contabili dei mercanti assiri che frequentavano la regione, offre un quadro parziale; ma risulta chiaro che gli Stati anatolici erano indipendenti politicamente rispetto all'Assiria, con la quale intrattenevano solo rapporti commerciali. I regni locali erano numerosi: oltre a quello di Kanis c'erano Burushanda, Salatiwar, Tarhumit, Nenassa, Zalpa, Hattusa, Hahhum, Samuha, Luhuzatiya e tanti altri (per lo più di incerta localizzazione). Dalle vicende politiche e militari emergeva a volte qualche figura di maggior prestigio. Circa un secolo dopo prese forma, nella stessa città di Kussara, una dinastia che diede vita al primo grande regno ittita. Ne fu iniziatore un re, Labarna (ca. 1680-50), figura in parte leggendaria e additata dai successori come modello di buon governo e di successo politico e militare. Certo è che con Labarna, Kussara, da regno cittadino, divenne capitale di uno Stato regionale abbastanza vasto, che toccava forse il Mediterraneo. Il suo successore Labarna II, avendo trasferito la capitale ad Hattusa, mutò il suo nome in Hattusili (ca. 1650-20). Continuò l'espansione militare sia verso ovest sia verso la Siria settentrionale, con la conquista di Ursum, Hassum, Hahhum, Alalah. Lo Stato ittita venne così a fronteggiare il potente regno di Yamhad (Aleppo) col quale iniziò una dura lotta. Ai successi militari non si accompagnava la solidità politica interna: lo attestano una rivolta generale verificatasi mentre il re era impegnato contro Arzawa, e soprattutto lo documenta il “Testamento†col quale il re diseredava i suoi discendenti diretti e designava a successore un figlio adottivo, Mursili, denunciando le trame cui era stato sottoposto all'interno stesso della corte e della famiglia reale. Mursili (ca. 1620-1590) proseguì l'espansione verso sud-est, concretandola nella conquista e annessione di Aleppo, e persino in una fortunata spedizione contro la lontana Babilonia, dalla quale riportò ricco bottino e gran prestigio. Lo Stato ittita in questa fase (detta “Antico Regnoâ€) dà l'impressione di vitalità ed energia soprattutto sul piano militare, ma anche di carenze organizzative. In effetti la struttura del potere, che il re doveva difendere dall'ingerenza della cerchia nobiliare e forse dell'assemblea. Le contraddizioni interne diventarono presto vistose: Mursili fu ucciso dal cognato Hantili, che gli succedette sul trono dando inizio a una lunga serie di torbidi e parallelamente alla decadenza politica (i possedimenti siriani andarono perduti). Congiure a catena fecero salire al trono Zidante (che uccise il figlio di Hantili), poi Ammuna (che uccise suo padre Zidante), poi Huzziya, infine Telipinu (ca. 1525-1500). Quest'ultimo si presentò come restauratore dell'ordine e descrisse a tinte fosche il regno dei suoi predecessori; ma il testo delle “Riforme†da lui promulgate sembra puramente velleitario. Sul piano internazionale lo Stato non aveva più la preminenza assoluta neppure in Anatolia, come mostrano trattati stretti su un piano paritetico tra i re ittiti e quelli di Kizzuwatna. La situazione peggiorò ulteriormente per l'ascesa del regno di Mitanni che conglobò nella sua sfera di influenza sia Aleppo sia Kizzuwatna.Storia: dal regno di Suppiluliuma alla fine dell'impero